Arnold Layne


 
 Testamento Spirituale
 Puritania



























Danzi in un cerchio di fuoco e irradi un incantesimo spettrale
                                     Il tuo profumo ha la fragranza della pace
                                    E la fame di morte il suono della tua voce,
            Matura è l’umanità e con essa il mondo, pronto a morire in un folle girotondo
                     Sei eroina per i drogati e l’incarnazione degli istinti più trasognati
Col volto che ribolle di gioia e bellezza, e quel dolce sorriso da bambina, che dona la salvezza
Pelle candida e morbida come seta e la tua splendida figura incorniciata da una soffice colata di   
                       polvere di stelle, che ti accarezza il collo e ti bacia le spalle.
                                Danzi in un cerchio di fuoco e in una mano tieni una rosa
        Soffia un vento gelido e perverso e i suoi petali si staccano lasciando una scia
                                  Mentre cantando intoni il conto alla rovescia.
                                           Il popolo peccatore scappa in ritirata
Opportunisti uccisi da stormi di frecce avvelenate e prostitute squarciate con spade infuocate
                 I loro buchi malati saranno purificati e con essi i loro peccati espiati
Il sangue scorrerà nei fiumi della valle dell’infinito e gli unicorni si disseteranno con esso
                     Per le strade incenerite e nere rotoleranno le teste di famiglie intere
                        Crolla l’uomo, crolla sotto i colpi della gloriosa mietitrice
I loro occhi saranno infilzati con aghi ardenti d’odio e le loro bocche riempite con acida superbia
      Le loro lingue si scioglieranno e con esse le bestemmie e le bugie di tutta una vita
               Fluiranno dalle labbra al mento e andranno a bagnare le tenebre del tormento
                                         Sei la vergine che stupra i violentatori
                                         Sei la follia che guarisce gli psicopatici
Nel profondo dei tuoi occhi funesti ruotano i pianeti, e brillano le profondità delle volte celesti
          Danza mio angelo dell’apocalisse, danza nella violenza. La fine del mondo è in atto
                Le trombe del Signore scuotono la terra e le sue armate avanzano senza sosta
                                          Perché oggi sarà il giorno della svolta
                                          Ormai anche l’ultimo petalo è staccato
                                            Delle anime tu sei il boia assassino
Respiri amore e dolcemente ti avvicini a me, sollevando al cielo l’ascia del mio destino,
                                       con lo strazio nel cuore e poche gioie scarne
                       attendo con ansia il colpo che mi libererà da questa prigione di carne.
                     In un mondo malato, pieno di gente spietata e banale Dio ha mandato te,
                                   la tua immagine sarà l’ultima visione sensazionale,
                                    coi tuoi passi di danza si conclude la scena finale.
             Dolce angelo mio, sfiorandomi le labbra mi porti il bacio del Regno della morte.
                                           Da oggi per me sarà sempre inverno,
mentre in lontananza già ruggisce il richiamo dell’inferno.

                              

 



Puritania



Orge di puttane e sanguinarie belve evase dal manicomio criminale,

concepiti col seme del principe delle tenebre e fuoriusciti dal ventre del male

Cosa centri tu con tutto questo?

Nata sulle sommità di monti ultraterreni,

amorevole creazione di un Dio benevolo e di esseri supremi

Occhi, per vederti,

a noi mortali tu ti riveli, maestosa espressione della sua potenza,

subliminale miraggio forgiato con seta di decoro e fasti di magnificenza.

Tatto, per sentirti sulla pelle,

calda brezza dell’estate,

al tuo passaggio avvolgi in un velo di tepore il mistero di foreste incantate

Canti di gloria e sfrenate danze delle ninfee inneggiano alla tua grandezza,

quando appena nata la tua bocca si è dissetata al calice della bellezza.

Niente capelli, solo filamenti di luce solare, tessuti con l’essenza di Venere, dea dell’amore,

che solo a sfiorarli infondono conforto nel mio cuore.

Niente occhi, ma specchi posati sul tuo viso,

scintillanti lastre che rispecchiano le celesti profondità delle caverne del paradiso.

Hai il collo delicato e chiaro come i petali di un giglio,

dolce, proprio come avrei voluto che fosse nostro figlio.

Cuore, per amarti, regina di vita, madre di misericordia e dolcezza infinita,

musa ispiratrice dei poeti e dispensatrice dei sogni più lieti.

Dove troverò un’altra come te?

Quando tornerà a sorridere il bambino che è in me?

Provo pietà per l’alba ed il tramonto,

orchestre di luci e emozioni umiliati dal fascino del tuo volto.

La tua grazia è scolpita nei colori degli arcobaleni,

e riecheggia per l’eternità in mille cieli sereni.

 

Leoni per strada, vaganti. Cani in calore rabbiosi e schiumanti.

Una bestia ingabbiata nel cuore della città che marcisce sul suolo bollente,

attorniato da schiere di demoni e dall’estremo odio ardente.

Sono tenuto in ostaggio da un debito d’amore che devo ai miei cari,

e condannato a un’esistenza di quieta disperazione.

Nessuno, nemmeno tu, potrai salvarmi dalla tua privazione,

la mia vera grande depressione.