Puritania
Orge di puttane e sanguinarie belve evase dal manicomio criminale,
concepiti col seme del principe delle tenebre e fuoriusciti dal ventre del male
Cosa centri tu con tutto questo?
Nata sulle sommità di monti ultraterreni,
amorevole creazione di un Dio benevolo e di esseri supremi
Occhi, per vederti,
a noi mortali tu ti riveli, maestosa espressione della sua potenza,
subliminale miraggio forgiato con seta di decoro e fasti di magnificenza.
Tatto, per sentirti sulla pelle,
calda brezza dell’estate,
al tuo passaggio avvolgi in un velo di tepore il mistero di foreste incantate
Canti di gloria e sfrenate danze delle ninfee inneggiano alla tua grandezza,
quando appena nata la tua bocca si è dissetata al calice della bellezza.
Niente capelli, solo filamenti di luce solare, tessuti con l’essenza di Venere, dea dell’amore,
che solo a sfiorarli infondono conforto nel mio cuore.
Niente occhi, ma specchi posati sul tuo viso,
scintillanti lastre che rispecchiano le celesti profondità delle caverne del paradiso.
Hai il collo delicato e chiaro come i petali di un giglio,
dolce, proprio come avrei voluto che fosse nostro figlio.
Cuore, per amarti, regina di vita, madre di misericordia e dolcezza infinita,
musa ispiratrice dei poeti e dispensatrice dei sogni più lieti.
Dove troverò un’altra come te?
Quando tornerà a sorridere il bambino che è in me?
Provo pietà per l’alba ed il tramonto,
orchestre di luci e emozioni umiliati dal fascino del tuo volto.
La tua grazia è scolpita nei colori degli arcobaleni,
e riecheggia per l’eternità in mille cieli sereni.
Leoni per strada, vaganti. Cani in calore rabbiosi e schiumanti.
Una bestia ingabbiata nel cuore della città che marcisce sul suolo bollente,
attorniato da schiere di demoni e dall’estremo odio ardente.
Sono tenuto in ostaggio da un debito d’amore che devo ai miei cari,
e condannato a un’esistenza di quieta disperazione.
Nessuno, nemmeno tu, potrai salvarmi dalla tua privazione,
la mia vera grande depressione. |