Luigi Diego Eléna
Cervo (IM)
s

 
 
 Quegli attimi
 Naviganti senza perchè
 Il mio cuore naufrago bambino
 Profumo gioiello segreto
 Oro blu
 E tu Maddalena
 Due facce della stessa amarezza
 Cuore a non cuore
 Cancellate all'orizzonte
 Figli del vento
 
 






















Quegli attimi


Una notte differente
spesa nella provocazione
verso se stessi
per il piacere di tradire
e tradirsi fino alla rugiada del mattino
una freschezza
nonostante l’arsura di quegli attimi.
Ecco...
Sulla battigia una lettera d’amore
che il mare raccolga
per trasferirla là
dove possa incontrare le orme
che dal passato ritornino presente.
che legge offre la sponda
Il domani che celebri nell'oggi
che guarda alle spalle
in tutti i simboli del tuo panorama
che ciò che ti circonda indossa.
Domani ...in quell'oggi
che un inciampo ha svegliato
da vivere in quella cornice.
Di spalle ho immaginato il tuo volto
Sminuzzando l'invisibile nostalgia di sapere
ragno della mia rete preda.


....

Naviganti senza perché

Ombre ovunque
s'inclinano rapite leggere
nella dolce estate
indelebili d'ogni memoria
voce sulla terra
e ansia delle spose.
Naviganti senza perché
fianco a fianco affondano
nel grembo del mare
come navi al vento
spinte senza luogo
in quel soffio
che si perde
a esser dell'attimo
verità profonda
il suo peso.
Segreta preme l'immensità
là dove il suono dei flutti
alle coste cade estremo
e tace.


....

Il mio cuore naufrago bambino

Eccomi sughero di una rete a strascico che trema.
Tra le dita un fluire salino d'alghe
ali gialloverdi dello scoglio.
Sento i brividi del mare
delle mie venture
in quel battito di tinte
dove la luce è essenza in musica
dell’oggi azzurro che fugge e si perde
bruciato dal volto del sole.
Sorge un fermento di luci all’ombra
specchianti trasparenze del cielo
negli occhi abbassati al presente
di spazi abitati del sospiro
che frange il singhiozzo dei venti e dei flutti.
Ruga di speranza
di una partenza a vela nella bonaccia
incredula
grida e dispera
che domani appaia l’orizzonte amato
e nell'attimo dell’aurora annunci
ai piedi della luce del faro
con un filo di barlume
il mio cuore naufrago bambino.
Ogni parola o immagine alla corda
del mio specchio mattino
nell'interrogativo dell’alto mare
è fermarsi a tempo
galleggiante anima viva
filo della rete vita.


....

Profumo gioiello segreto

Il profumo di una spina
tra i cerchi d'ape
colta da un petalo
si posa su un sasso
che bacia le radici d'ulivo
per mano di refoli d'erbe odorose.
Scorre verso il ruscello di rovi
arso d'acqua sotterrata
abbandonato dall'ultimo
battito d'ali
rassegnato ad una nuvola in volo...
evapora.
È l'abbaglio che sfiora la ragione
è il sole che assopisce
nel tepore di un ramo spezzato
là dove la gemma s'affaccia
spegnendo l'incendio
del concerto di raggi midollari
che allumano
la ferita dei miei occhi
al pendolo di una lacrima
nel silenzio di tante parole
al sogno sognato sommerso...
e forse resta lì
in uno scrigno ghiacciato
al capolinea di vetro
fragilità ... all'aprirsi dei petali
per stendersi sotto soave sguardo
a dormire gioiello segreto.



....


Oro blu


Privato!
Più che accento é urlo
sbraiti del padrone
mentre con lui ticchetta
un rubinetto a secco
di goccia scalpello
che tra le dita incide
siccità del business:
"Niente acqua".
Un incantesimo di emergenza
deglutisce:
"Ho perso il diritto di bere".
Da quando?
Perché?
Orgia di privato!
Aberrazione di mercato!
...Privato!
L'occhio del cartello mi fissa
di normale aridità al pascolo.
Si stringono oro blu al nero deserto:
"Sorgente da diritto spento
ho perso anche il titolo di bere
e tassa al delta bisogno
oasi mi spendo".



....


E tu Maddalena...

Donna madre dei sette demoni,
tu "la peccatrice"
mia leale compagna,
la preferita,
la sorvegliata,
non una qualsiasi,
sempre un gradino sotto
alla scalata della dignità,
mai "prostituta"...
tutt'altro...
Tu "resuscitata" dalle tenebre eterne,
tu madre nel tuo esilio,
tu e tuo figlio
nella persecuzione,
sola nella fuga
e vittima della caccia
al resto del tuo seme.
Tu sul mio cammino
per un tratto di strada,
ti chiedo ancora
di tendermi la mano...
Io,
"o mia signora",
la coglierò stringendola,
la offrirò
come luce in questo tunnel
a tutti,
a chi
nel vento dell'odio
saprà proteggerla
e asciugherà il pianto
e scioglierà
come i tuoi sciolti capelli
ogni nodo umano,
che soffoca la pace,
l'impaurisce
e l'allontana.
Per tutti, come Simon Pietro
che ti respinge,
Io ti trarrò a me
e sarai maschio
e sarai femmina
e sarete una cosa sola,
uno spirito vivo...
Allora,
l'uomo e la donna,
il maschio che non sia più maschio,
e la femmina che non sia più solo femmina,
ma uomo totale,
entreranno nel Regno
e sarà solo pace.


....

Due facce della stessa amarezza


Quando l’indifferenza,
i luoghi comuni,
la disattenzione,
l’insensibilità
si posano giudicando solo apparenza
...ripudi...
poi chissà lei si veste d’angelo...
ma quando te ne accorgi
e l’accetti
ecco un bastone tra le ruote
e quell’angelo dalle mani di fata
che vuole donarsi amore amato
diventa diavolo...
due facce della stessa amarezza.


....

Cuore a non cuore

Il cuore
inciampa di battiti da barcollare
urta l'indugia corta
che m'affretta ad ingannare.
É la nota stonata d'inciso
all'impadronirsi
che mi ride l'infamia...
...vittima il tuo amore
nel piacere del viluppo
pena dell'anima
miraggio seducente
comodo giaciglio
biancheria d'alcova cerimoniale
sola...
ti scopre
e infantile grazia sporca
e morte di tutto
sotto colonne balaustre
e drappeggi trappola
del mio ghiaccio raggio cedendo
sulle maschere da scoprire
per almeno mezz'ora
insieme...
dell'anima e dei sensi
ci copre.


....

Cancellate all'orizzonte

Ho raccolto il canto di una rondine
ch’era pianto nell’amore
di una sponda a mano aperta
subito rattrappito pugno.
Vorrei impiccare il tacere comodo
alle vostre chiassose e sguainate intolleranze
invisibili camicie di forza
che perseguitano anche un grillo parlante
zampettante
morente tra le mani di salotto
dove un sorriso in smoking benpensante
volta le spalle al dialogo
impachettandolo scusa e ragione
in carta di quotidiano riverente.
Così scorre il dedalo dei vinti
nella sua aridità di crepa che s’apre bocca d’orrore
alla zattera
dignitosa casa nel deserto mare.
Ho raccolto il nido di una rondine
là dove scendono le ombre
come cancellate
che confinano l’orizzonte.





 
Figli del vento

Nel destino di un'edera
di questi muri a secco gravidi
è il tempo delle foglie al tappeto giallo
di figli zingari all'eldorado.
L'agave ha esposto il fiore
all'albero maestro
e calza la galleria della vita.
Frammenti di rami
resti di semi
frutti e fiori cadono
nelle gemme di vita sulla riva.
Al nuovo anno naviga
di sopravvento dei figli del vento
l'angolo di bolina.