Marco Saya

 
 
 Tra il silenzio degli ulivi
 Cade per caso
 E tutti dicono
 Rozzano
 
























Tra il silenzio degli ulivi

Qui, tra il silenzio degli ulivi,
l'azzurro del cielo abbraccia la valle
e un campanaccio da chissà dove
spezza la monotonia del ritmo
uguale all'incedere di quel pastore
e a un cane che da rituale abbaia
per dire che c'è e che ci siamo
anche noi nel descrivere
la saggezza della natura
così bonaria nell'umore
di una giornata serena
in attesa di quel lampo
di buio pronto a deturpare
il paesaggio nel nuovo
ordine delle cose


....

Cade per caso

Sanguina il dito
impronta su carta
assorbente

Assorbe la linfa
una goccia scappata

Pesa di meno
la vita (ora)

Quell’attimo mi sovrasta
sorpassa il presente

Ritorno al mio dito

L’indice
indica il rimedio

Continua e straripa
Lago (rosso di sera)
dispera di guarire

chè il futuro non vede
e un’altra goccia
cade per caso
e piove la vita...

....

E tutti dicono

E tutti dicono
Poi tacciono
Infine si nascondono

E tutti pretendono

Poi chiedono
con le palme tese
al crocevia dello scontato

Infine una delle tante croci
Suggella il fallimento
dell’illusione pagata con comodi ratei...

Pochi parlano con occhi aperti
Pochi ascoltano

Pochi accettano
la mediocrità
che vuole assurgere ad archetipo
di ogni tempo


Pochi salutano
l’umile albergo
dei turisti
occasionali.

....

Rozzano

Respiro Rozzano da circa tredici anni
Corpi cicatrizzati mi accolgono
per il consueto caffè mattutino
La disperazione sale all’alba
su volti che non conoscono
parole (vuote) di sparuti gabbiani
che sorvolano cime tempestose (arroccati nelle vostre torri di burro)
o di piccoli insignificanti amori-amanti
che non scalfiscono
l’obbligato niente
di cui si ciba quel bambino
tra Via dei Garofani e Via dei Gelsomini
I fiori finti del potere (accanto)
confinano con queste favelhas
Strano contrasto (questo)
di un fiorista che profuma
solo il suo baracchino
come un deofresh
per il refrigerio di ascelle
che la paura suda
e la sera si ribella di giungere...
Sebastiana è morta
uccisa dall’indifferenza
di chi ha sempre disprezzato
la vita sfortunata
per la quale non valeva la pena donare un fiore
Muore anche la poesia
capace di pulire le ali del potere
come quelle vespe fastidiose
che ti si appiccicano sulla pelle umida
pensando di farti un favore
Maledette zecche
Maledette parole
Non hanno salvato la vita
a chi voleva odorare
Il profumo vero
Di un fiore...qualsiasi...


....