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Nell'anima dell'uomo


Nell'anima dell'uomo si alternano sistole e dia-
stole, turbamento e tranquillitá, gioia e angoscia,
speranza e disperazione. Fuori dell'anima del-
l'uomo (posto che esista un fuori) l'alternarsi delle
stagioni. II brutto tempo e il sereno, la guerra e la
pace, la rivoluzione e la restaurazione, il progresso
tecnico e il presunto regresso morale, le belle arti
e le brutte arti, l'opulenza e la fama presentano
una gamma non meno differenziata. Che cosa
muove l'uomo? La biologia o la dialettica? Ne
l'uno ne l'altra offrono consolazione. All'uomo
importa mediocremente di sapere che forse un
giorno si potrá creare un suo facsimile partendo
da procedimenti in vitro; all'uomo dice poco o
nulla apprendere che si sono scoperte due nuove
galassie; all'uomo e del tutto indifferente la no-
tizia che nel suo spirito funziona un meccanismo
di tesi, di antitesi e di un babau finale che non
si sa che cosa sia. Che la storia sia un succedersi
di fatti naturali (cosi come sono naturali la piog-
gia e il buon tempo) oppure il dispiegamento di
uno spirito del quale non si sa come e perché
l'uomo stesso sarebbe partecipe o addirittura
creatore, ecco un'idea che interessa pochissimo
l'uomo. Tuttavia, si osserva, all'uomo importa
assai la propria libertá personale e tutta la sua
storia e affrancamento a secolari schiavitù. La
Vita (stavolta con la maiuscola) conterrebbe dun-
que una freccia, un'indicazione. Chi segue la
freccia cammina nel senso della vita, chi ignora
o trascura la freccia si muove in una direzione
del tutto diversa o anche opposta (e con questo?
Che male ci sarebbe? obiettano altri).
Se la freccia significa libertá e facile dire che
l'indifferenza e la maggiore delle libertá possibili,
ma anche la più paurosa. Mai l'uomo ha deciso
qualcosa devota proprio senza un profondo sgo-
mento. Se qualcosa da pace all'uomo e il sentirsi
agito, mosso, necessitato. Lo sanno bene gli sto-
rici e particolarmente alcuni filosofi, per i quali
tutto quello che accade ha sempre ragione e
quello che non accade ha sempre torto. Solo gli
scienziati (non tutti naturalmente) sanno che se
la storia è natura essa non presenta alcuna freccia.
Se poi la storia non è natura, allora non si vede
come possa darsi il rovesciamento della natura o
anche l'inosservanza della natura.Tra due fatti
o entità che si ignorano è ben difficile che possa
esistere convivenza o collaborazione.


(Eugenio Montale, "Variazione n°30", "32 variazioni"
in otto elzeviri del Corriere della Sera)