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Commento a "La gondola che scivola in un forte"
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Un'ambigua Venezia carnevalesca, alla Hoffmann (come suggerisce il titolo del mottetto nella sua prima edizione in rivista): visione di nero-catrame e di rosso-papavero, ma anche, e più, una sorta di Ade dove una "subdola canzone" insidia il viaggio di Orfeo alla ricerca dell'Amata; finché, a un tratto, l'"alte porte" si rinchiudono per sempre su di Lei e risa diaboliche irridono, svanendo, allo sconfitto. "Dalla pura invenzione", annota Montale, "non mi riesce, purtroppo, ricavar nulla": un ricordo preciso, dunque, di una sera precisa " tra mille"; un barbaglio nella notte profonda delle ore precipitate nelle tenebre. Se ne avviva, a stratti, l'esistenza del poeta, "assorto pescatore d'anguille" nelle acque della memoria. Endecasillabi e un solo settenario (il sesto), raggruppati in due strofe, rispettivamente di sei e di cinque versi, ciascuna con una sua rima (1 forte : 4 porte; 9 avviva : 11 riva) e saldate da una terza rima in comune (6 frotte : 7 notte). Rime al mezzo (8 più : laggiù, 9 smorto : Io assorto", rime interne (2 bagliore : 11 pescatore, 7 mille : 11 anguille), rime atone (1 gondola : scivola : 3 subdola", assonanze e consonanze (rima di 1-4 con frotte, 2 bagliore con 3 canzone; 4 masse, cordame, alte; 2 papaveri 5 maschere, ed anche 4 masse), oltre a un fitto gioco allitterativo (cfr. .v. 5), costituiscono il ricco tessuto timbrico del mottetto, la cui dominante "è data dal ripetersi e rincorrersi del nesso -OR- " (Mengaldo 316) " e anche -RO- [...], una predilezione timbrica assai diffusa in Montale: basti guardare, sempre nei mottetti, Addii, fischi nel buio ". Sui piano ritmico, la serie dei quattro trimetri giambici catalettici dell'attacco si rompe al mezzo del v. 5 su te, l'Oggetto della ricerca infranta (come in I 12).
Pubblicata, insieme con Il balcone, in "Corrente", a.11, n.4 (28 febbraio 1939), dove è intitolata La Venezia di Hoffmann - e la mia; e le accompagna la seguente "Nota dell'autore": "Queste poesie andranno ristampate con varie altre sotto il titolo generico di Mottetti e saranno distinte solo da un numero progressivo. Il titolo d'oggi, puramente possibile e indicativo, vuol essere il riflettore di un momento, un sottinteso e magari una chiave in più offerta al lettore (se pur ce ne sia il bisogno). Il "subdolo" canto della prima poesia può essere la canzone di Dappertutto, nel secondo atto dei Racconti di Hoffmann [vedi la nota al v. 3]; ma il motivo della lirica non è di maniera. Dalla pura invenzione non mi riesce, purtroppo, ricavar nulla" (Barile 36, Lavezzi1 31r-312).
Unica variante 7 fra. Ma da una lettera di M. a G. Vigorelli, del 2 febbraio 1939 (Vigorelli 30), sappiamo di una precedente lezione della prima strofa che "non piaceva a Leone Traverso " con riflesso, al V. 2, al posto di bagliore, e con un "che in fine verso" (l'ultimo, si può supporre, della terna) che allo stesso poeta appariva "non [..] così giustificato come in un'altra sua poesia (L'estate)".

Data: 1938.



(Eugenio Montale "Mottetti";
a cura di D.Isella - Ed.Adelphi)