Giuseppe Lacagnina

"...Provo una certa affinità col suo
[di Montale] mondo poetico,
con la sua visione del mondo.
Condivido il suo dubitare,
la sua rinuncia alla comprensione "ultima" del mondo.
Credo anche io solo in risposte provvisorie...
Montale riesce a fare filosofia in versi,
senza perdere affatto vigore poetico ed espressività..."
s

 
 
 Tramonto, crepuscolo, alba
 L'ineffabile
 Post mortem
 Notturno siciliano
 Panta rei
 Riflessioni
 Breve
 Primavera plurale
 Dicembre
 Il pomeriggio
 In riva al mare
 Tardive parole (dedicato alla nonna)
 In treno
 






















Tramonto, crepuscolo, alba


1.
Casa dalle grigie mura
oltre la valle
dei miei silenzi,
e fioca lanterna.
Luce incerta,
tramonto di cieli stranieri.

2.
Notte.
Il mio letto.
Il grigiore di un'alba incipiente
annaspa dietro le finestre.
Rumori.
Un'auto, una moto
passano accelerando,
scarburate.
Di nuovo (persistente)
il silenzio.

3.
Fattasi ghiaccio
la luce condensava
in cocci di bottiglia
e suoni,
nell'ovatta grigia dell'alba.
Sotto la vernice rossa
placidi termosifoni e vecchie stufe
assediavano il Generale Inverno
e s'apriva scura nella via
la porta della bottega
(che ora tace)
ai solitari figli della nebbia.



....

L'ineffabile

C'e' chi lo dice stretto parente
dell'Arcano,
chi ne fa un attributo
di un silenzioso Demiurgo.
Io ricordo solo
i capelli di lei,
fiume scuro sul pull over grigio,
una fila di formiche sul davanzale,
o due righe di musica,
e non trovo le parole.


....

Post mortem

Post mortem altri attori,
immutati i copioni,
altre piogge
su palazzi ed asfalto.


Post mortem
si faranno o meno rivoluzioni
si andra' o no su Marte.

Post mortem
tracce, delebili forse,
in altre memorie, viventi e non
ed un riposo nella terra,
per quel che può significare.


....

Notturno siciliano

1.

Incontrare la notte
non è facile come sembra.
La trovai una volta sotto un sasso
ruvido di campagna,
accesa quasi di una magia
tutta sua
alla presenza immota del muretto
(sassi, cemento)
e d'un lampione.
A volte è come un lago,
un fiume sotterraneo,
e bagna le porte della mia auto
sussurrando qualcosa
al collo, ai polsi
alla mia mano in attesa sul cambio.

2.

Fuori dalla città
la notte scivola
su strade vuote,
allaga i campi,
ricolma d'inchiostro
e rumori sottili
gli anfratti e le buche.
Trascinata da una marea di torba
la città s'è rannicchiata
sullo sfondo,
mentre i cani e le foglie d'ulivo
salutano la luna.

3.

Treni vuoti in corsa
su binari morti
i miei pensieri nella notte
nati chissà dove
in un sussulto della pelle forse
o in una delle tante visioni
(simboli, simboli) :
il trascinarsi di un ubriaco
per le sale di una biblioteca
che non so
se costruita dentro o fuori.

4.

Ecco.
Rompo coi denti
il guscio secco di una mandorla.
Sotto i miei piedi
stavolta sassi
e poi terra,
terra su terra,
non le ossa
stanche e sporche della città.
S'intorbida la mente,
presto sarà ora di dormire:
anteprime di sogni,
riflessioni passeggere
fluttueranno in superficie
o appese al tetto per un poco:
poi sara' il silenzio.



....


Panta Rei


Avevi per me uno spazio
di tempo
che era tutto nostro,
un'ansa improvvisa
nel panta rei,
una magia solare, diurna.

E c'erano le regole
che ci eravamo dati.
Quando (e se) saremo fuori
da questo imbroglio
quasi certamente ne rideremo.



....


Riflessioni

Profeti del declino,
teorici del finimondo:
li ascolto in poltrona
distratto quasi
da borbottii di televisioni lontane,
squilli di telefoni,
rumori indecifrabili.

Aspetto che torni quella voce,
marea o stanco riflusso che sia,
nelle stanze anguste
del mio presente:
a contarmi ancora una volta,
per caso o meno,
nel numero dei viventi.



....

Breve


Partire non oso.
Manca quello slancio del sangue.
Piuttosto:
ascolto lo sgocciolio
che non cessa.



....

Primavera plurale

Lungo i viali deserti
di questa strana primavera
vento e memorie di altre
passeggiate, sovrapposte.

Macchia sullo sfondo,
l'albero vecchio si allunga
nell'inchiostro della notte
e poi giu' a masticare la terra.

Penso: ad una fuga di case nel sole,
ad un senso di imminenza nell'aria,
ad impossibili ritorni:
ci starebbe bene la musica
di un piano, e poi giu',
finale: il sipario.

 
....

Dicembre

L'acqua stagna delle pozze
ha abbracciato le foglie:
ha smorzato i riflessi di fuoco
e di cielo, le volute
azzurre e grigie.

Lungo il sentiero del parco,
la sera, dopo il mio incontro con lei:
le mani in tasca, i capelli
impigliati nel catrame della notte.
Tornavo a casa.

In caverne che sogno celesti
un mare profondo ed oscuro
sussurrava la lezione del tempo:
anche io come te stavo ad ascoltarla,
su una spiaggia solitaria.



....

Il pomeriggio


Il pomeriggio ritorna,
puntuale fontana di rame,
foglie secche e castagne

aereo precipizio musicale
sfolgorante
nella vertigine dei palazzi.



....

In riva al mare

La fabbrica in abbandono
od il deposito di reti
morsicato e sbiadito dal sale;
le onde di piombo o cristallo,
di vino, il vento.

L'uomo siede sotto l'arco celeste
con i suoi pennelli, ha mani
stanche e tranquille, occhi di luce
ed un respiro lento,
di pomeriggi di gloria e noia.

Desideri come sassi o conchiglie,
sparsi sulla sabbia e senza nome,
forse senza memoria.
Passa ancora il vento, ritorna
senza motivo a destare i sogni,
con la sua fredda carezza.
Vengono il rosso, il viola, il nero:
per oggi si chiude.


...

Tardive parole (dedicato alla nonna)

Oggi t'ho ricordata
ancora.
Ho rivisto il fremere della rabbia
nella tua fragile persona.

Non seppi capirti,
confuso e spaventato com'ero,
finche' non ci lasciasti.

Ed ora queste mie parole tardive,
che presto cadranno
nel silenzio
dove forse sei tu, ora.

Non so rinunciare
alla speranza
che ti raggiungano.

....

In treno


Questo cielo che s'imbruna
come sui miei pensieri di bambino
un giorno

la notte che arriva piano
ha spinto in un angolo
i pallidi resti del giorno,
i due soldi di luce,
le sfilacciature di nuvole scure
ricamate di alberi e ciminiere,
puntolini rossi e case.

Sorprende quella luce
chiara e fredda,
viva e stanca,
sui cui si getta
il nero ferro dei tralicci.

Nei campi, tra opachi specchi,
i giganti raccolgono il vento
a piene mani,
aspettano che sia buio.

In mille altre notti cosi'
mi portavano da qualche parte,
o a casa, quante volte,
con occhi eguali e diversi.