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La casa dei doganieri

In questa poesia, che il Bonsanti ha definito "la più bella lirica scritta in questi ultimi anni da un poeta italiano", è ripreso il tema della memoria e della fuga del tempo, che ci avverte che quanto avvenne e fu gioia non torna più. Cosí la casa alta sulla scogliera, contornata dall'aspro paesaggio ligure, con quella pazza banderuola che gira senza pietà, resta il segno della difficoltà di comunicare, di amare, d'instaurare un rapporto che resista al tempo e al difficile calcolo dei dadi. E l'interrogativo del poeta, teso in questa disperata ricerca è sempre il medesimo: Il varco è qui?

(da "Tutte le opere" a cura di Giacinto Spagnoletti, Bruno Mondadori)

Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t'attende dalla sera
in cui v'entró lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostó irrequieto.


Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all' avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.
Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s'addipana.


Ne tengo ancora un capo; ma s'allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell' oscurità.

Oh l' orizzonte in fuga, dove s'accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui? (Ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende ...).
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.


(Eugenio Montale, Le occasioni; Parte quarta)



In secondo piano, al centro della fotografia, la celeberrima casa dei doganieri a Monterosso (foto di Pierluigi Moggia)